Gemma Calabresi Milite – marzo 2022

Questo libro ci consegna un’esperienza, o meglio, la storia di un viaggio.

Più di cinquant’anni fa, il 17 maggio del 1972,  veniva assassinato, innocente, il Commissario Luigi Calabresi e queste pagine ripercorrono la vicenda dal punto di vista della moglie che gli è sempre stata accanto, vedova a venticinque anni con due figli piccoli e uno in attesa.  

Gemma Calabresi, divenuta vittima della Storia e del terrorismo nell’Italia degli anni di piombo, con “La crepa e la luce” ci regala un memoir prezioso, un libro straordinario, pieno di umanità, un’intensa testimonianza che ci aiuta a comprendere come, anche dopo un dolore lacerante, dopo il tradimento e la calunnia si può ancora tornare a credere negli altri e ad amare la vita. 

Nel susseguirsi di pagine, essenziali per qualsiasi italiano e per qualsiasi cristiano,  la ‘crepa’ si allarga sempre di più e fa passare sempre più ‘luce’, quella luce della fede che aiuta l’autrice a riguardare il volto delle persone che fino a poco tempo prima fantasticava di poter uccidere. 

Ma il perdono non è un atto, un gesto, è una strada, un percorso faticoso, pieno di sofferenza, anche di passi indietro a volte, prima di giungere alla pacificazione.

Come cristiana, fin da subito, Gemma Calabresi, avrebbe voluto perdonare e, con il suo esempio, permettere ai propri figli di credere ancora negli altri, allontanandoli dall’odio e dal rancore, ma le bastava un articolo di giornale, un reportage televisivo, una scritta che tornava sui muri e lei si sentiva di nuovo scivolare indietro e farsi prendere ‘dalla rabbia sorda che divora’.

La speranza però non la lasciò mai e, a piccoli passi, giunse alla consapevolezza che il perdono non si dà con l’intelligenza, ma con il cuore e che non è cosa di un momento, ma una conquista a cui dedicarsi completamente.

Gli assassini di suo marito avevano disumanizzato Luigi Calabresi con gli slogan, gli articoli di giornale o le scritte sui muri, riducendolo a un simbolo da abbattere , lei invece poco alla volta, si impegnò a “staccare le figure dei suoi assassini dall’album della storia e  metterle nella vita, nel mondo, nelle relazioni con gli altri”, a dare loro un volto umano chiedendo a Dio, prima che a se stessa, di ‘perdonar loro’.

Il libro di Gemma Calabresi parla alla sensibilità e al cuore di ognuno di noi.  

C’è la crepa, ma c’è soprattutto moltissima luce, a cominciare dalla luce meravigliosa del primo incontro fra Gemma e Luigi Calabresi più di cinquant’anni fa. 

Grazia Berra Dal Corso