Martin Buber, Armando Editore
Il tempo vola… I ragazzi cambiano! Gli scenari si trasformano! Gli strumenti evolvono! Problemi inediti incalzano! Le normative si rinnovano!
Gli insegnanti hanno urgenza di aggiornarsi… Presto! Un saggio nuovo, un nuovo webinar! Accorra qui un esperto, uno specialista!
Ma anche no.
Un libriccino vecchio, di carta.
Un filosofo, che non si è mai occupato sistematicamente di educazione.
Tre conferenze occasionali, una del 1925, una del 1935, una del 1939.
E il lettore, che galleggiava alla superficie del suo mestiere, guardandosi intorno alla ricerca di aggiornamenti, viene improvvisamente e impietosamente strattonato giù, nelle profondità del compito di insegnare. A contatto con le ragioni perenni e profonde della relazione educativa. Con l’incredibile sensazione che lì, proprio lì, i polmoni finalmente si riempiano d’ossigeno.
Perché va bene aggiornarsi, ogni tanto, ma quello di cui non possiamo proprio fare a meno è tornare a insemprarci, tornare a immergerci nell’essenziale, nel cuore della bellezza che vale sempre.
Il grande Buber ci catapulta in questa dimensione; con una lucidità e una densità espressiva che rendono queste pagine potenti anche all’ennesima rilettura.
«Un giovane insegnante entra per la prima volta in una classe avendone piena responsabilità, non più come tirocinante che verifica le sue competenze. La classe si trova di fronte a lui, a immagine del mondo umano, così diversificato e pieno di contraddizioni, così inaccessibile. Egli si rende conto: “Questi ragazzi non li ho scelti, sono stato messo qui e li devo accettare per come sono, eppure non come sono adesso, in questo momento, no, come sono veramente, come potrebbero diventare. Ma come faccio a rendermi conto di ciò che si nasconde in loro, e cosa posso fare per far sì che ciò prenda forma?” E i giovani non gli rendono facile il compito, fanno rumore e fanno sciocchezze, lo fissano con arroganza e curiosità. Ed egli è presto tentato di fermare colui che disturba, di imporre massime di correttezza, di obbligare a rispettare abitudini adeguate, dire di no, no a tutto ciò che dal basso si pone contro di lui – è tentato dunque di partire dal basso.»
La citazione non prosegue, per evitare spoiler inopportuni, e lascia il posto alla segnalazione
Alessandro Giuliani