Il Signore degli Anelli – (Newsletter n.11 settembre – ottobre 2021)

Ott 30, 2021

J. R. R. Tolkien (1954 – 1955)

Quanti avranno già visto il film o letto il libro?

Ciò che vi proponiamo oggi e di rileggerlo anche da un punto di vista educativo, e magari consigliarlo ai nostri ragazzi. Non è forse vero che nei racconti, più che nei ragionamenti, i ragazzi spesso, grazie all’immedesimazione, scoprono anche il valore e la bellezza del bene?

Oltre all’avvincente trama, nasconde molti insegnamenti. Eccone uno dove Gandalf il mago correggere il giudizio di morte che aveva fatto dire a Frodo che sarebbe stato meglio che Bilbo, suo zio, avesse ucciso Gollum, l’essere spregevole che si era impossessato del malefico anello:

Merita la morte! Eccome! Molti tra i vivi meritano la morte. E parecchi che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze. Ho poca speranza che Gollum riesca a essere curato rima di morire. Ma c’è una possibilità. Egli è legato al destino dell’Anello. Il cuore mi dice che, prima della fine di questa storia, l’aspetta un’ultima parte da recitare, malvagia o benigna che sia; e quando l’ora giungerà la Pietà di Bilbo potrebbe cambiare il corso di molti destini, e soprattutto del tuo.

Eccone un altro, dove Gandalf intravvede una sorta di provvidenza/destino che opera anche quando ci capitano pesi gravosi, come quello di dover distruggere un anello malefico. Così parla dell’anello malefico che abbandona Gollum per stare con Bilbo e finire in mano a Frodo:

… esso abbandonò Gollum, e capitò in mano alla persona più incredibile: Bilbo della Contea! Dietro a questo incidente c’era una forza in gioco che il creatore dell’anello [Sauron, il signore del male] non avrebbe mai sospettata. È difficile da spiegarsi, e non saprei essere più chiaro ed esplicito: Bilbo era destinato a trovare l’Anello, e non il suo creatore. In questo caso, anche tu eri destinato ad averlo, il che può essere un pensiero incoraggiante.

Oppure quello di non smettere mai di essere aperti con le persone, perché fino in fondo non si conosce mai nessuno:
Mio caro Frodo! — esclamò Gandalf —. Gli Hobbit sono veramente esseri stupefacenti, come ho sempre sostenuto. Puoi imparare tutto sui loro usi e costumi in un mese, e tuttavia dopo cento anni riescono a meravigliarti ed a stupirti.

E questo, un meraviglioso dialogo, quasi filosofico, tra due “maghi”, in cui uno, Saruman il bianco, ormai pervertito, cerca di convincere Gandalf il grigio a passare dalla sua parte, e dove si contrappongono due idee di conoscenza: la prima che la vede come un modo per ottenere il potere, l’altra per raggiungere la vera sapienza:

Lo guardai, e vidi che le sue vesti non erano bianche come mi era parso, bensì tessute di tutti i colori, che quando si muoveva scintillavano e cambiavano tinta, abbagliando quasi la vista.

“Preferivo il bianco”, dissi.

“Bianco” sogghignò. “Serve come base. Il tessuto bianco può essere tinto. La pagina bianca ricoperta di scrittura, e la luce bianca decomposta”.
“Nel qual caso non sarà più bianca” dissi. “E colui che rompe un oggetto per scoprire cos’è, ha abbandonato il sentiero della saggezza”.

E poi ancora, come a dire che non si dialoga con il male, rappresentato dall’anello:

Si avvicinò posando una lunga mano sul mio braccio. “E perché no, Gandalf?”, bisbigliò. “Perché no? L’Anello Dominante? Se potessimo comandarlo la potenza passerebbe nelle nostre mani”. Dicendo così non riuscì a nascondere la brama che gli brillò improvvisamente negli occhi.

“Saruman”, dissi allontanandomi da lui, “una mano sola alla volta può adoperare l’Unico, e lo sai bene; non darti la pena di dire noi!

Eccone un altro, pronunciato da un Elfo di nome Haldir:

Il mondo è davvero pieno di pericoli, e vi sono molti posti oscuri; ma si trovano ancora delle cose belle, e nonostante che l’amore sia ovunque mescolato al dolore, esso cresce forse più forte.

Ecco un discorso di Sam a Frodo:

– Sam: È come nelle grandi storie, padron Frodo. Quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericoli, e a volte non volevi sapere il finale. Perché come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare com’era dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine è solo una cosa passeggera, quest’ombra. Anche l’oscurità deve passare. Arriverà un nuovo giorno. E quando il sole splenderà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che significavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire il perché. Ma credo, padron Frodo, di capire, ora. Adesso so. Le persone di quelle storie avevano molte occasioni di tornare indietro e non l’hanno fatto. Andavano avanti, perché loro erano aggrappate a qualcosa


– Frodo: Noi a cosa siamo aggrappati, Sam?
– Sam: C’è del buono in questo mondo, padron Frodo. È giusto combattere per questo

E poi: È il lavoro che non è mai iniziato che impiega più tempo a finire.

– Dama Galadriel: Anche la più piccola persona può cambiare il corso del futuro.

– Gildor: Il vasto mondo è tutto intorno a te: puoi recintarti, ma non puoi recintarlo per sempre.

Buona lettura.

Michael Dall’Agnello