P.Molinari, F.Farina, M. De Nigris – Sestante Edizioni 2013
La storia può essere presentata come un susseguirsi di date e di fatti, concatenati da un rapporto di causa-effetto.
Tutti, però, sappiamo che la storia è fatta di persone, popoli, ma anche uomini e donne che hanno avuto un ruolo speciale, che si sono fatti conoscere, che hanno lasciato il segno. E soffermarsi sulla “loro storia” non è una perdita di tempo. Anzi. Spesso, conoscere da vicino il personaggio storico, vederne le vicissitudini, capirne la vita quotidiana, rende la storia ancora più concreta e interessante.
Questo è l’intento di “Magellano”, riduzione per ragazzi dell’omonimo romanzo di Stefan Zweig, che ha visto la cooperazione di Paolo Molinari, Fiorenza Farina (entrambi collaboratori del Centro Studi) e di Maria De Nigris, tutti impegnati ora o nel recente passato nell’insegnamento alla scuola primaria.
Nel libro si parte da un popolo, quello portoghese, a cui Magellano appartiene, geograficamente vocato alla navigazione. Attività, al tempo, ben più pericolosa di quello che si può pensare, tanto che chi partiva si confessava e si preparava a non fare ritorno. Sola la fame di conoscenza, la cosiddetta “nostalgia di mare infinito” e la coscienza di essere nelle mani di Dio spingono tanti uomini ad affrontare l’ignoto. È così che, dopo la scoperta dell’America, la cartografia ha una velocissima evoluzione e l’arte della navigazione diventa sempre più sviluppata.
Protagonista del viaggio e del romanzo è, ovviamente, Magellano, con la sua più grande impresa, la circumnavigazione del globo terrestre, che lui prepara meticolosamente e porta avanti con astuzia e intelligenza. E Antonio Pigafetta, giovane e tranquillo marinaio italiano senza il quale l’avventura sarebbe rimasta sconosciuta. Poi i compagni di viaggio, aiuto ed ostacolo alla missione. A tutti viene rivolto uno sguardo familiare, che rende viva la navigazione e comprensibili le sfide.
Non mancano citazioni e documenti storici, schemi e illustrazioni che rendono ancora più immediata la comprensione.
La narrazione è ancor più di valore perché sottolinea tutte le difficoltà che una tale impresa ha posto a quegli uomini. Se non venissero poste all’attenzione, non si potrebbero immaginare: quale differenza, ad esempio, partire da un porto europeo e attraversare in un mese l’Atlantico, dal partire dal porto di Siviglia e, nelle Americhe, fare solo una pausa, per poi riprendere la navigazione verso e nell’ignoto, stanchi e impoveriti delle scorte iniziali. L’Oceano Pacifico richiede alla flotta capitanata da Magellano un centinaio di giorni per essere attraversato. Pacifico sì, come battezzato da Magellano, ma immenso. E ancora, arrivati alle Filippine, l’impresa è solo a metà. L’incontro con popoli sconosciuti e tutto il viaggio lungo le coste dell’Asia e dell’Africa sono sfide altrettanto difficili. Solo con il rientro a Siviglia si può dire concluso il viaggio.
Una lettura consigliata a bambini e ragazzi per la vicenda storica narrata in modo agile ma ricco di particolari; e senza dubbio agli insegnanti per la metodologia didattica di trattazione storica.
PS: Sorprendente la scoperta nella scoperta che proprio il “nostro” Pigafetta fa alla fine del viaggio!
Miriam Dal Bosco